“Queste stanze vuote” Soundtrack – #1

Una canzone per ogni racconto: “Giorni come stanze vuote”

Per il racconto che apre la raccolta, la scelta e facile e quasi obbligatoria.
Il racconto si intitola “Giorni come stanze vuote” e riporta anche una strofa dei Massimo Volume in epigrafe. Se dovessi scegliere una canzone ideale da mettere come sottofondo alla lettura, quindi, non potrei che scegliere questa.
Non starò a ripetere quanto siano importanti per me i Massimo Volume come band e quanto lo sia Emidio Clementi come autore di testi e narratore. Dico solo che “Stanze”, oltre a essere una delle canzoni a cui sono più affezionato, è anche il brano di apertura del primo album dei Massimo Volume, una sorta di biglietto da visita carico di forza e di urgenza.
E a proposito di aperture: per qualche strana ragione, sono sempre stato sicuro che questo mio racconto dovesse essere il primo della raccolta. L’ordine degli altri sei è stato modificato più volte, ci ho ragionato sopra, qualche volta in maniera fin troppo ponderata; ma “Giorni come stanze vuote” è sempre rimasto lì, al suo posto, all’inizio di tutto quanto.

“Finii la sigaretta con un altro paio di tiri mentre Elena si allontanava, poi la spensi schiacciandomela sul palmo con un solo colpo deciso. Infilai le mani in tasca sentendo il bruciore crescere lentamente, a onde, come se emergesse da un posto molto profondo e molto lontano.
Salii in classe e mi sistemai al mio posto. Pochi minuti più tardi, quando controllai, sul palmo era già apparsa una piccola bolla circolare: sembrava pulsare piano, al ritmo del battito del mio cuore, come un piccolo organismo vivo”.

 

 

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